Il santuario del Valinotto,anche noto come Chiesa della Visitazione di Maria a Elisabetta (sua cugina), a Carignano, è una delle prime opere di Bernardo Antonio Vittone, uno dei più importanti architetti piemontesi del Settecento. Fu commissionata dal banchiere Antonio Faccio (proprietario del cascinale Valinotto) nel 1738. L’edificio costruito in un’epoca di transizione tra Barocco e Illuminismo, presenta ancora le influenze che il giovane architetto ha avuto dai maestri Juvarra e Guarini (ma anche di Bernini e Borromini). La chiesa ha una linea sobria ed elegante rispetto all’ambiente campagnolo che la circonda. Dal 1738 il tempietto preesistente dedicato alla Madonna del Latte è stato inglobato nella nuova costruzione. Vittone riesce ad unire perfezione geometrica, luce evocativa, intuizioni mariane e chiaroscuri strutturali e ascendenti. La pianta della chiesa è circolare: al suo interno è inscritto un esagono. Le cappelle radiali disegnano nello spazio un asse che dall’ingresso porta all’altare. A raccordare i pilastri ci sono sei grandi archi portanti: l’aula esalta i ricami degli spazi interni grazie alle cosiddette “camere di luce”, un espediente architettonico che utilizza uno studiato gioco di riflessioni ottenuta dalle grandi finestre invisibili al pubblico (tutte le aperture sono nascoste da una struttura che prepara la scenografia generale) creando così un’atmosfera quasi Divina. L’impressione è di una compenetrazione spaziale luminosa che gradualmente conduce all’elemento focale dell’edificio che è la cupola . Scomponendo la pianta è possibile individuare l’intreccio di due triangoli equilateri (sempre inscritti nel cerchio perfetto della cupola): evoca quasi inconsciamente l’Esagramma, la Stella di David, continuando rimandi genealogici tra Maria e Davide, tra Cristo e a storia ebraica. Al di sopra di questa, è impostato il tamburo della lanterna, conclusa da un ulteriore capolino. Esternamente si presenta a tre piani digradanti, tre cupole (di cui due traforate), sovrapposte e realizzate con un sapiente uso dei pennacchi: ciò richiama il mistero della Trinità che infatti appare dipinta sul cupolino della lanterna.


Gli affreschi

Gli affreschi della cupola, a cura di Pier Francesco Guala, coinvolgono l’osservatore e lo rende testimone di un’apparizione filologicamente chiara e ineccepibile. La parte inferiore del Santuario è dedicata ai motivi religiosi della Controriforma, ovvero dei santi e dei Sacramenti; la pittura pare come abbozzata, evasiva, tende verso la cupola. La parte superiore sulla “corona che sostiene l’architettura celeste”, compaiono gli apostoli, gli angeli e l’assunzione in cielo di Maria (prelude alla resurrezione della carne). All’apice sono evidenti i segni della Trinità. Interessante è l’utilizzo dello stucco: il pittore conferisce così, ad esempio al crocifisso della cappella alla destra dell’ingresso e alle ali di alcuni angeli, una terza dimensione (è come se fuoriuscissero). proprio per questo la cupola del Vittone rappresenta uno degli tesori più importanti della pittura Barocca. Nella sacrestia l'affresco raffigurante la Madonna del Latte (Maria Lactans o Galactotrofusa - XVI sec.), attribuito a Jacopino Longo, un pittore vicino a Macrino D’Alba, traccia dell’edificio preesistente al quale è stata attaccata la chiesa, formando un unico corpo. E stata precedentemente restaurata a causa del degrado: i lavori sono stati guidati dall’architetto Agostino Magnaghi, docente della Facoltà di architettura del Politecnico di Torino, realizzati dal Consorzio San Luca, in collaborazione con la Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio, i quali hanno restituito sicurezza, fascino e colori alla struttura.


La Madonna del Latte

Questo dipinto raffigura la madonna mentre allatta il Bambino.Gli studiosi attribuirono quest'opera, forse del XVI secolo, ad un pittore vicino a Macrino d'Alba, Jacopino Longo, in particolare per le caratteristiche del le mani grandi della Madonna e il viso del bimbo roseo e dorato. La Madonna è seduta su una cattedra, somigliante ad un'esedra rinascimentale, il suo mantello è ricoperto da ricami dorati. Il Bambino tiene in mano il Mondo, segno del suo dominio sul Creato.

 

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